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martedì 22 ottobre 2013

Il Sommo Poeta del Gioco del Ponte .....Giacomo Bracci.









Abbiamo l'onore, di avere nostro ospite,il factotum, della magistratura del San Michele,non che scrittore del gioco del ponte e ultimamente speaker radiofonico della trasmissione "Quelli che il Gioco",un vero amante del gioco a 360 gradi impegnato ogni giorno a far vivere attraverso le sue letture,le sfaccettature più nascoste del gioco.

Nome?
Giacomo

Cognome?
Bracci

Scrittore, speaker radiofonico, ufficiale addetto… ma in verità chi è Giacomo Bracci???
Un ragazzo come tanti che cerca sempre di fare del suo meglio. Forse sono un po’ tutte queste cose, e ne sono fiero. Ti dirò, io non amo molto le definizioni e non sono troppo attaccato ai ruoli. Penso semplicemente che conti dare un buon contributo in quello che si pretende di fare. 

La tua storia come scrittore?
È una passione che coltivo fin dalle elementari. Ho sempre scritto, mi inventavo storie e poesie. Al liceo dirigevo un giornalino di classe, poi all’università mi sono messo sotto più seriamente e nel 2003 ho pubblicato il mio primo racconto per bambini, Il carrozzone notturno di Willy Bert, con la casa editrice Alberti di Arezzo, che ha ricevuto un buon apprezzamento di pubblico e il premio Ceppo d’Argento come scrittore esordiente. Da lì è stato un crescendo.

Che tipo di scrittore sei? Ti è difficile esserlo?
Più che uno scrittore mi ritengo un “raccontatore”, e credo mi riesca in modo molto naturale. A me piace raccontare le storie e le persone. Traggo ispirazione da tutto ciò che mi circonda e cerco di valorizzarlo. Sono convinto che intorno a noi ci siano fonti infinite di idee e spunti. La mia svolta credo sia stata quando ho preso consapevolezza di un punto fondamentale: si scrive per chi legge, sempre. Soltanto se ci liberiamo dall’inganno di dover compiacere noi stessi, possiamo dare davvero un buon servizio agli altri. È un principio che cerco di applicare in tutto quello che faccio, in special modo quando scrivo.

Le tue pubblicazioni sul Gioco di cosa trattano?
Sono raccolte di memoria. Più che libri sul Gioco li ritengo libri del Gioco, in quanto prendono forma dai racconti di vita delle già tante persone che finora ho intervistato. Credo che siano pubblicazioni interessanti perché per la prima volta spiegano qualcosa della nostra manifestazione che non era mai stato messo nero su bianco e, ultimo ma non meno importante, mi dicono tutti che sono divertenti.

Come è partita l’idea della trasmissione radiofonica “Quelli che il Gioco”?
L’idea originaria è del mio attuale Magistrato Alessandro Trolese, fondatore anche di Wall Radio, il quale mi disse «Giacomo, perché non si fa una trasmissione sul Gioco del Ponte?» e io risposi «Certo! La chiameremo Quelli che il Gioco.» Ricordo che mi dettero l’okay per cominciare a pochi giorni dalla prima diretta, il venerdì pomeriggio per il martedì sera. Mi attaccai subito al telefono per reclutare gli ospiti e fui contentissimo di notare come grandi personaggi sia di Tramontana che di Mezzogiorno accettassero volentieri il mio invito. Questa è la cosa che mi fa più piacere in assoluto, ovvero rendermi conto di come ciò che stia cercando di fare venga riconosciuto e apprezzato su entrambe le sponde dell’Arno. Ne sono davvero orgoglioso e ciò mi sprona a continuare.

Chi vorresti avere ospite in trasmissione ed al momento non è sei ancora riuscito a intervistare?
Ho una lista lunghissima di ospiti che vorrei in trasmissione, anzi, si fa prima a dire che io vorrei tutti, dal primo all’ultimo! Il mio desiderio è quello di dare voce a quanti più protagonisti, simpatizzanti e appassionati possibile, perché sia veramente Quelli che il Gioco. I miei microfoni sono a disposizione di chiunque abbia argomenti, idee e voglia farsi avanti. Ti rispondo però con un desiderio impossibile ma che ci tengo a fare presente. Se potessi intervistare veramente chi voglio io, in barba perfino alla grande mietitrice, non avrei dubbi: Ivo Pucciarelli. È da quando mi sono avvicinato al Gioco, e in special modo al San Michele, che mi rammarico di non averlo conosciuto e di non poter, anche solo per una volta, parlare con lui e farmi raccontare la sua versione dei fatti. Peccato davvero.  

Come mai scrivere libri sul Gioco del Ponte? Da dove parte questa passione?
Nell’anno 2010 il Gioco del Ponte mi è venuto a prendere per i capelli (che non ho) e mi ha caricato sulla sua grande giostra. Nel bene e nel male lo considero comunque un privilegio. Da allora la mia vita non è stata più la stessa. Per ulteriori dettagli leggetevi la postfazione a L’Aquila sul Ponte, che non a caso si intitola “Come mi ritrovai Aquilotto”.

Quali sono stati gli strumenti e le persone di cui ti sei maggiormente avvalso per la tua ricerca storica per scrivere i testi sul Gioco?
Gli strumenti principali sono stati senz’altro la passione, la curiosità, la sensibilità e l’umiltà. In secondo luogo ho avuto modo di leggere e studiare soprattutto i testi del Prof. Zampieri e di Paolo Gianfaldoni, tutti libri ricchi, puntuali e illuminanti. In terzo luogo, come i miei intervistati sanno bene, il mio strumento principale è il piccolo registratorino portatile che tiro fuori dalla tasca ogni volta che vado a raccogliere la testimonianza di una persona. Lo faccio sia per non perdermi una parola che per stare concentrato su cosa la persona stia realmente cercando di trasmettermi. E una volta a casa sbobino tutto per ore e ore… ma ne vale la pena.


Quali sono i problemi e le responsabilità di scrivere su persone reali?
Questa è un’ottima domanda perché mi permette di chiarire un punto secondo me fondamentale. Credo che l’apprezzamento intorno ai miei testi derivi innanzitutto dall’approccio con cui li ho scritti. Io mi avvicino alle persone in punta di piedi, evitando sempre di giudicare e cercando essenzialmente di capire. Cerco di mettermi nei loro panni e di immaginare il perché dei loro comportamenti, sforzandomi in special modo di ricostruirne le sensazioni e i sentimenti. La responsabilità è tanta, però con questo approccio e un minimo di capacità la si riesce a gestire e valorizzare. Capisci che ci sei riuscito quando le persone ti dicono «L’hai scritto meglio di come te l’ho detto io.» Soddisfazioni straordinarie.   

Questi libri possono far riscoprire le radici della cultura e delle tradizioni di Pisa? È importante ripartire dalle scuole per radicare il messaggio del senso di appartenenza della città al Gioco?
Questi sono libri che possono far capire tutto quello che stia dietro al Gioco e in generale alle nostre manifestazioni storiche. Sono rivolti a un pubblico adulto ma è indubbio che promuovere queste consapevolezze nelle scuole sia essenziale. I migliori incontri sono sempre quelli con i bambini. Uno dei più belli è stato a giugno scorso, alla Libroteca C’era una Volta sul lungarno Mediceo, in cui avevo inventato un gioco carino per far imparare ai bambini di 5-6 anni quali fossero le Magistrature di Tramontana e quali di Mezzogiorno. Puoi immaginarti che bello vedere come dopo dieci minuti le sapessero meglio di me. Siamo tutti chiamati a divulgare ed educare, tutti.

Chi è stato da ispiratore per i tuoi libri?
La vera ispiratrice di tutti i miei scritti è sempre la voglia di fare qualcosa di buono, che possa piacere e venga apprezzato. Io scrivo per chi legge, e cerco semplicemente di scrivere un libro che avrei piacere di leggere, di divertirmi per far divertire, di emozionarmi per far emozionare, altrimenti sarebbe tutto inutile.

Qualcuno ci definisce buffoni esaltati... te che parere ti sei fatto di chi suda e si allena tutto l’anno per la battaglia finale di giugno?
Che sono persone normali, schiette, veraci, magari talvolta un po’ troppo ghiozze ma in cui perlomeno alberga l’invidiabile fuoco di una passione sincera che li fa sentire vivi. Forse fra i combattenti si anniderà anche qualche buffone esaltato, però la maggior parte sono uomini che accettano un destino grave, quello di sopportare una fatica che oggi secondo me è diventata estrema, e lo fanno pagando un prezzo molto alto. Il meccanismo del Gioco è sadico perché non ti permette di distinguerti. O tutti avanti o tutti indietro. È impossibile capire se un combattente sta spingendo alla grande mentre, chessò, un suo compagno ha già mollato da cinque minuti. A differenza di una partita di calcio, per esempio, nessuno potrà mai essere “quello che comunque ha giocato benissimo nonostante la sua squadra abbia perso”. Fra i tubi regna l’anonimato. Penso che a tutti questi uomini si debba innanzitutto un grande ringraziamento per rendere possibile e avvincente la nostra manifestazione, al costo davvero di moltissimi sacrifici.

Cosa ci fa un Laureato in Giurisprudenza e in Scienze Politiche e Relazioni Internazionali presso l’Università di Pisa nel Gioco del Ponte?
Quando lo capisco te lo dico J

Che prototipo di lettore e di acquirente avevi in mente mentre scrivevi questi libri?
Sinceramente il me stesso di quattro anni fa, ovvero un pisano o non pisano qualunque che non sapesse un cavolo di nulla del Gioco e ci si ritrovasse nel mezzo. Il pregio dei miei libri infatti è che si possono apprezzare anche senza essere esperti o grandi conoscitori del Gioco del Ponte. Si leggono come comuni romanzi, in cui il lettore è guidato in una storia che più la leggi e più avresti voglia di leggere. Questo me l’hanno detto in tanti e mi fa veramente piacere.

Se dico Bob Biagi?
Io dico Capitano. Ho stretto da subito un ottimo rapporto con Bob, a cui mi legano un’amicizia e stima profonde che credo siano reciproche. Lo ammiro molto, sia come persona che come capitano del Gioco. È un uomo con tanta pazienza, capacità e lungimiranza, mai rissoso, sgarbato o fuoriluogo. Sa unire calma e determinazione come pochi altri. Sa prendersi le sue responsabilità e non esita ad ammettere i propri errori. La sua è una leadership ferma ma serena. È indubbio che sia una persona che fa la differenza. Come suo ufficiale a me piace anche coccolarmelo. Mi piace quando riesco ad aiutarlo e a risolvergli i problemi. Entrambi siamo consapevoli di come il dialogo e la collaborazione siano una strada maestra per il successo. Bob è un uomo da cui imparare tanto.

Scegli tre persone del Gioco che vorresti portare su una ipotetica arca di Noè?
Questa è una domanda fichissima, ma come ti è venuta? Mmm, difficile dare una risposta. Allora, intanto ci porterei sicuramente il mio amico Luca Barbieri, attuale Ufficiale di Piazza di Tramontana. Luca è una persona buona, onesta e profondamente innamorata di Pisa e del Gioco e se lo meriterebbe. Poi ci porterei Bob per tutti i motivi detti sopra. La terza persona mi mette in difficoltà. Mi ronzano in testa tanti nomi, ma prima di farne uno e abbandonare gli altri ti dico che su quell’arca secondo me meriterebbero di salirci tutti coloro che a) non sono morbosamente attaccati a un ruolo e a un costume; b) fanno il Gioco per amore della manifestazione e non per trarne compiacimento, vantaggi o benefici e c) sanno riconoscere i meriti di una buona azione o affermazione indipendentemente da chi l’abbia commessa o pronunciata, senza ridicole distinzioni di Parte o colori.   

San Michele macchina da guerra infernale, dall’esterno priva di difetti, è così?
No, e mi fa piacere che tu me l’abbia chiesto così sfatiamo un mito. Il San Michele non è una macchina perfetta, né tantomeno abbiamo la bacchetta magica per vincere o andare avanti al meglio. La verità è che siamo un gruppo in cui c’è la consapevolezza che ci muoviamo tutti verso un obiettivo comune, in cui non c’è posto per personalismi o arrivismi. Il San Michele non è un’oasi felice e incantata. È un gruppo in cui ogni giorno si svolge un duro lavoro per far sì che le cose continuino ad andare per il meglio, in tutto e per tutti. Siamo legati gli uni agli altri, ci vogliamo bene e cerchiamo in special modo di prevenirli i problemi, così che poi non dobbiamo sudare sette camice per risolverli. Abbiamo anche noi le nostre difficoltà e siamo persone fatte di carne e ossa, con le nostre debolezze, però esiste una sorta di spirito di gruppo riconosciuto da tutti che ci fa essere sempre e comunque una squadra in cui ognuno è consapevole del proprio ruolo e cerca di svolgerlo al meglio. Chi non si sente allineato con questi principi capisce subito di non essere al proprio posto e di conseguenza si allontana da solo.  

Una tua proposta per migliorare il Gioco del Ponte nel futuro?
Innanzitutto, e qui so di ribadire una questione ovvia, restaurare i costumi e reintegrare così il patrimonio storico del Gioco, e poi lavorare sulla sua visibilità mediatica. Penso che l’amministrazione attuale stia compiendo molti passi giusti in questa direzione e mi auguro che altri se ne possano fare nel prossimo futuro. Nel mio piccolo, attraverso i libri, la trasmissione e le altre iniziative collaterali, cerco anche io di fare la mia parte. 

In questi giorni sul social network si è aperta un’animata discussione su alcuni punti del regolamento tecnico del Gioco in vigore dal 2012. Le tue considerazioni sugli argomenti più spinosi: vietare il Gioco agli ultracinquantenni, vietare il Gioco a chi colleziona 10 anni di spinta sul ponte, far stare fermo il combattente che passa l’Arno per un anno.........cosa ne pensa Giacomo Bracci?
Qui la questione, hai ragione te, è spinosa. Non sono d’accordo né di vietare il Gioco agli ultracinquantenni né a chi abbia già collezionato 10 anni di spinta sul ponte. Trovo che chiunque, se motivato e in buone condizioni di salute, debba poter partecipare. I divieti non mi piacciono per definizione, tanto più li trovo stridenti con una rievocazione storica attuata completamente grazie all’apporto di volontari. Sullo stop di un anno al combattente che passa l’Arno invece sono possibilista, in quanto trovo piuttosto insensati i capovolgimenti di fronte, e se questa norma dovesse servire a dissuaderli la sottoscriverei volentieri. Ma che fine ha fatto il tanto bello spirito di appartenenza che rende significativo lo sforzo e il coinvolgimento? Possibile che combattere per Tramontana o per Mezzogiorno per certi uomini sia la stessa cosa, che non significhi nulla onorare una bandiera e determinati colori? Mah. Sarà che io un domani se dovessi non operare più nel mio gruppo non ne cercherei davvero un altro ma me ne tornerei beatamente a casa, però queste cose mi sembrano piuttosto assurde.

Le attività nel civile della vostra magistratura nel 2013?
Tantissime. Dalla befana in palestra alla conferenza sul Gioco nel 1700, dalla vetrina allestita all’Hotel San Ranieri al mio libro sul Picchetto. Basta leggersi il mio editoriale “Civilmente 2013” sul nostro giornalino annuale “Il Rapace” per scoprirle tutte. Bolle sempre in pentola qualcosa di nuovo. Come ufficiale addetto posso dire che cerchiamo di avere un civile all’altezza del militare, quindi ti puoi immaginare quanto ci tocchi suda’!  

Nel 2014 sarà ancora l’anno di Tramontana?
Io spero di sì, ma chi può dirlo. Mi auguro soprattutto che sia un grande anno di Gioco, il migliore finora, in cui potremo assistere a combattimenti avvincenti come l’ultimo Delfini – Santa Maria, uno scozzo che vale una serata.

Un consiglio per gli amici australi per l’anno 2014?
Rinnovatevi. Basta coi vecchi e largo ai giovani. Siete un grande gruppo, con risorse enormi e uomini molto validi, però dovete smetterla di guardarvi indietro e soprattutto di commiserarvi. La sconfitta disimpegna, non dimentichiamocelo. Io mi auguro che rinforziate sempre di più le vostre squadre e il vostro comando, come spero lo faccia Tramontana, così da dar vita a un Gioco avvincente e imprevedibile ben più di quanto non lo sia adesso. Questo è il mio messaggio per gli amici di Mezzogiorno, fra cui sono contento di averne davvero tanti e di sentirmi sempre benaccolto quando partecipo alle iniziative della Parte Australe. 

Un tuo giudizio sul blog?
Lo apprezzo tantissimo. Trovo che sia uno spazio indipendente di cui c’è veramente bisogno e ti esorto a portarlo avanti. Ogni volta che posti un’intervista la condivido sulla pagina FB della mia trasmissione proprio perché la ritengo un atto di democrazia comunicativa che meriti divulgazione. Sono veramente contento di essere entrato a farne parte anch’io. Bravo Adriano. E grazie!






mercoledì 16 ottobre 2013

IL REGOLAMENTO TECNICO......LA VOCE DEI GENERALI



In questi giorni il dibattito su il regolamento tecnico del gioco del ponte si sta animando sempre di più visto le regole che andranno a colpire i combattenti,le magistrature e le parti interessate del gioco.
Abbiamo perciò rivolto alla massima autorità della parte di Mezzogiorno e Tramontana il loro pensiero.


Buona sera Generale
Visto il dibattito animato che si è aperto su facebook tra gli amanti del gioco,sono a chiedere a lei ed al generale della parte avversa la sua opinione su il regolamento in vigore.
Mi auguro risposte esaustive e che possono far capire l'orientamento della parte su questioni spinose
1) Vietare il gioco ai combattenti che hanno piu di 50 anche se idonei alla visita medica ?
2) Vietare di disputare per piu di 10 anni il gioco?
3) Il fermo biologico per i combattenti che passano da una parte all'altra mentre per esempio non c'è nessun divieto per altre figure del gioco sia figuranti che altre figure militari e civili
4) Il problema delle visite mediche,il centro unico di visita?,il regolamento che impedisce ai nuovi atleti di entrare in palestra ed allenarsi se non idonei alla visita medica, ma purtroppo visite mediche fatte soltanto a fine maggio/ inizio giugno ? Come ovviare ?
5 Cosa farete per modificare il regolamento nelle regole che voi non condividete ? chiederete una revisione del regolamento oppure va bene così ?
Grazie per la vostra disponibilità

La risposta del Generale di Mezzogiorno Paolo Orsucci

" Ti premetto che la mia opinione non può essere quella del Comando che si esprimerà, se richiesto, quando sarà nominato. 
1) questa norma fu inserita su pressante richiesta del Cancelliere Generale e su sollecitazione dei medici che effettuavano le visite ai combattenti. Lo stress fisico a cui è sottoposto un combattente richiede che non si vada oltre un certo limite di età per cui in coscienza non mi sento di poter obiettare niente su questa regola. So che ci sono combattenti che superano i 50 anni in piena efficienza fisica e che potrebbero tranquillamente fare il gioco ma non si possono far diventare regole le eccezioni. 
2) gli anni di partecipazione sono stati azzerati per tutti a partire dall'entrata in vigore del nuovo regolamento, per cui eventualmente la norma andrà in vigore nel 2022. Personalmente ritengo che non vi siano motivazioni per mantenerla. 
3) Il gioco del Ponte ha nella sua essenza la rappresentanza di un territorio per cui vedere uomini di una parte passare all'altra va contro questo fondamentale principio. Qualcuno dice che sarebbe meglio allora vietare totalmente il passaggio e forse sarebbe giusto. Per non penalizzare le persone lo stop di un anno probabilmente è la soluzione più adatta. Per le altre figure (eccetto i figuranti e i capitani) che sono a nomina dell'Anziano Rettore la regola vale tacitamente. 
4) con forza occorre battersi ( e le parti lo stanno facendo da tempo) perché le visite siano iniziate fin da gennaio/febbraio soprattutto per i nuovi per evitare problemi e responsabilità alle magistrature ma soprattutto per evitare che la eventuale non idoneità sia comunicata a pochi giorni dal gioco. Personalmente sono per il centro unico. 
5) Il comando nella sua espressione più allargata (quindi compresi magistrati e capitani) qualora lo ritenesse necessario ( e come era già successo per questo regolamento) potrà richiedere la revisione o l'abrogazione di una o più norme al consiglio degli Anziani."

La risposta del Generale di Tramontna Marco Vaglini

"Ciao Adriano, ho letto quanto è uscito su FB. Bene.
Questi problemi sono da affrontare in maniera seria e con delicatezza. 
La mia risposta e quella del Comando Boreale tutto è basata su dei principi che riteniamo essere fondamentali e fondanti per una manifestazione come la nostra. 
Quindi non scenderò nei dettagli, che credo vadano affrontati nelle sedi opportune (Consiglio degli Anziani, che spero sia fatto quanto prima!!!), ma ti enuncerò quella che è la nostra posizione. 
I latini parlavano di "res publica", cioè di cosa pubblica, come di un bene comune: e proprio il Gioco del Ponte è un bene comune per la nostra città. 
Tutte le norme che hai citato sono restrittive ed invece di avvicinare le persone, le allontanano. 
Quasi favorendo interessi privati a quelli comuni. 
Ti faccio un esempio: l'anno scorso mi è stato chiesto (da persona influente) di allontanare dal corteo persone che a suo dire non avevano i requisiti per sfilare. 
Ho risposto così: chi sono io per allontanare delle persone da una manifestazione, anzi dalla manifestazione della nostra città? Solo perché in questo momento ho l'onore di essere il Generale? 
Il Gioco del Ponte fonda le sue radici nella storia, nella tradizione, ma anche nel sociale e chi vive nelle Magistrature ne può essere testimone. 
Quindi spero di poter trovare in Paolo e nel futuro Consiglio la disponibilità di trovare risposte comuni su principi comuni, per il bene di una manifestazione che deve uscire dalle solite polemiche. 
Numquam Retrorsum!"




 Regolamento Tecnico Link

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giovedì 10 ottobre 2013

Senza alcun freno.........Antonio Tranchino



Finalmente anche un esponente della magistratura del Sant'Antonio,è nostro ospite qui sul blog SpingoeSoffro.
Un  forte combattente fedele sempre alla causa di Mezzogiorno,che anche negli anni più bui della parte australe è rimasto fedele ai colori Bianco-Rosso,un combattente che quando è stato chiamato in causa per la nazionale Australe ha sempre risposto presente.

Nome?
Antonio

Cognome?
Tranchino

Il soprannome nel gioco?
Tranko

La tua storia nel gioco?
La mia storia ne gioco del ponte non è molto lunga.
Ho iniziato solo nel 2000 nella magistratura del san Marco con il Grande Edo Lupi,con subito una schiacciante vittoria contro il Calci.
Dopo due anni alleanza con i Dragoni,e dopo un anno qualcuno ci fece ritrovare senza le Cotte del San Marco e rimasi a spingere per i Dragoni.
Poi attraverso tutti i cambiamenti del gioco,mi ritrovai nella magistratura del San Martino,fino a quando non si rimase in pochissimi.
Nel 2008 sono passato nelle schiere del Sant'Antonio .
Ma serbo un buonissimo ricordo e amicizia con tutti quelli con cui ho spinto in precedenza.

Il tuo capitano per eccellenza?
Come si dice il primo amore non si scorda mai ,quindi per me il Capitano rimane Edo Lupi,con lui ho iniziato ,la mia carriera di combattente.
Ma se devo essere sincero mi sono trovato bene con tutti,ognuno con pregi e difetti
Con "Cecco" Ceccanti l'attuale capitano dei Cinghiali,il rapporto è stupendo,più che un capitano,egli è un padre per tutti noi,che ci vuole bene con cui dialogare e rapportarci in maniera civile,a differenza di altre magistrature dove i combattenti non hanno la possibilità di esprimere il loro pensiero o giudizio sull'andamento della stessa magistratura.

Una Tua proposta per migliorare il gioco?
Il gioco ,io lo sempre conosciuto così come è ora.e per me va bene così ,con i sei incontri e lo "scozzo" della Nazionale se necessario,ma se devo cambiare qualcosa cambierei gli interpreti.
Non capisco come mai dopo ripetuti fallimenti,ci siano sempre le solite figure a comandare.
Mi sembra di rivedere nel piccolo,il governo Italiano.

Pregi e difetti della magistratura del Sant'Antonio ?
La nostra magistratura ha il pregio di essere un gruppo unito,dove non c'è mai stata nessuna discussione,e qualsiasi problema viene affrontato in maniera democratica,ne discutiamo a porte chiuse tra di noi ,e non è abitudine della nostra magistratura e del nostro capitano "rompere le p...e" ai combattenti delle altre squadre di mezzogiorno
I difetti ......beh qualcuno ci accusa di essere un gruppo chiuso,io dico che non è vero,se mai cerchiamo di evitare di inserire dentro la palestra persone che potrebbero disturbare l'armonia del gruppo

Consiglio per chi inizia il gioco nel 2014?
Entrare in punta di piedi ,di amare e rispettare il gioco in tutte le sue forme.

Cosa pensi della parte australe dove hai spinto nel 2013?
Qualcuno degli alti in grado ha scritto che mezzogiorno è una parte con poco spirito di parte,(ndr Intervento del Generale Paolo Orsucci su una discussione sul social network facebook)forse è anche vero tutto ciò,ma il vero problema va ricercato non tra i combattenti,ma tra quei capitani che vogliono mettere in primo piano il loro protagonismo.
A mezzogiorno non manca ne la forza ne la voglia di vincere,ma manca qualcuno che abbia gli attributi per allontanare certi individui nocivi alla parte e al gioco stesso.

I tuoi nemici sportivi?
Il San Michele.....ma è anche il gruppo che rispetto di più e che stimo per la loro grande forza di squadra.

Chi non sopporti nel Gioco? Chi Stimi ?
Tutti quelli che sono malati di protagonismo con inciuci come vecchie zittelle pettegole,mettendo in crisi tutta la parte,personaggi che dovrebbero dare il buon esempio visto che ricoprono cariche di un certo rilievo,e coloro che cambiano la parte solo per seguire le proprie ambizioni di vittoria.
La stima va verso tutti quelli che hanno la forza di esprimere le loro idee ed il loro pensiero,per fortuna sono la maggior parte.

La più grande vittoria sul ponte?
La più grande vittoria senza dubbio quella contro i Mattaccini nel 2011,che tra l'altro ha sanzionato la Vittoria della parte australe contro Tramontana.

La più grande delusione?
Nel gioco ci sono delusioni sportive e personali,la lista sarebbe lunga,ma mi limito alle ultime due.
Aver perso contro il san Francesco nel 2013,e veder andare un ex capitano di Mezzogiorno  che ha dato tanto alla parte australe, che anteponeva la vittoria della sua squadra,per la vittoria della parte andare a Tramontana solo per perseguire un suo SOGNO,ecco questo penso mi abbia deluso di più.

Da amante del gioco credi che qualcuno sia nocivo all'ambiente ?Chi? e per quali ragioni ?
Decisamente la POLITICA con tutti i suoi sciacalli,che usano soltanto in campagna elettorale il gioco per farsi pubblicità e per accalappiare voti.

Un confronto con il palio di Siena?
Rispetto al palio di Siena ,nel gioco c'è meno attaccamento ai propri colori,sia che siano della parte che della stessa magistratura.
Sinceramente non me lo so spiegare ,ed il peggio e quando lo fanno personaggi nativi di Pisa,che fino a poco prima sembravano di voler dare la vita per la loro parte,io sono 10 anni che il San Michele mi cerca per andare a spingere nella loro magistratura,ma ho sempre preferito continuare a perderci contro che cambiare parte, ma io sono  io ( e non sono Pisano di nascita)

Nel gioco ci sono tanti non Pisani che amano il gioco come se fosse loro che ne pensi ?
Una gran bella cosa,io stesso faccio parte di quella schiera.
Sarebbe deleterio limitare una manifestazione così bella solo alle persone abitano a Pisa


Come sei stato contattato ed i motivi per spingere nei cinghiali ?
Tramite un altro combattente che spingeva nel San Martino, perché ero stufo di vedere la sera in palestra solo 4/5 combattenti ad allenarsi.

La tua posizione al carrello?
Il primo anno di gioco ho iniziato a spingere da "esterno" poi sono passato interno perché preferisco sentire sempre il "duro" sulle spalle e non il tubo che flette.

Cosa ne pensi del Blog?
Una bella iniziativa, peccato aver letto pochissime  interviste senza peli sulla lingua.......

PISA A PUGNAR INVITTA ,A VINCER NATA